martedì 27 novembre 2007

Le fragole sono mature...ripeto, le fragole sono mature



La radio ha sempre rappresentato un medium dalla doppia faccia. Vecchio da non ricordarsi più le origini, ma sempre stramaledettamente moderno, a tratti talmente moderno da non capirne tutte le sfaccettature, da non comprenderne i linguaggi fino in fondo.

E' la radio che annuncia realtà imminenti, che permette a quelle nascoste di avere una loro identità, è la radio che lancia segnali più o meno velati.

Nel novembre del 1960 una stazione di radioamatori "sente" qualcosa che all'epoca non aveva l'investitura dell'ufficialità né tanto meno dell'esistenza. I fratelli Judica Cordiglia da una stazione radiofonica nel torinese captano voci e rantoli provenienti dall'orbita spaziale. Un battito cardiaco, la voce di una donna, la richiesta d'aiuto, due agghiaccianti parole la cui eco ancora risuona in qualche orbita..."ho caldo".
Ma tutto ciò non esiste, almeno fino a trent'anni dopo, quando archivi, ammissioni, politiche di trasparenza rendono il tutto sempre più chiaro e reale.

E allora mi chiedo, è lo spazio che restituisce elementi senza rispetto dei tempi? o sono i nostri tempi che hanno bisogno di trent'anni prima di accogliere i segnali provenienti dallo spazio?

Qualunque sia la risposta una cosa è certa, il Tempo è fuor di sesto.

P.S.1
The time is out of joint: O cursed spite,
That ever I was born to set it right!

P.S.2
"Con una radio avreste captato qualcosa" disse Black.
"L'abbiamo fatto" rispose lei. "Abbiamo captato voi".

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